mercoledì 21 ottobre 2015

L'Origine

Rapito nell’estasi del desiderio
coltivo il sogno d’amore
nel buio della notte
le tremule luci sulla collina
piccole fiammelle sfidano le stelle.
La mente gioca col sentimento
negli occhi diafana figura
brilla  sotto l’argentea luce
danza  di veli e trasparenze.
L’essenza si stacca dal corpo
assente rimane a osservar
l’interior se stesso rincorrere
l’eterea creatura.
Fauno incantatore soggioga
i veli scompaio nude essenze
si stringono l’aria si scalda
il vento porta la melodia
della natura canto  di uccelli
in perfetta armonia con l’universo
ad ogni trillo barlume d’energia nasce
nel ritmo primordiale.
Amplesso cosmico dell'Origine si rinnova
nuova materia si fissa nella volta indaco
linee invisibili collegano il tutto
rossi fili nati dal gentil pensiero.
Il sogno svanisce
le essenze tornano nei corpi
l’astrazione dell’amore prende forma
i corpi s’incontrano
reale ciò che era fantasia
l’universo si espande a benedire
l’union d’anime ora Uno.




Alessandro Lemucchi ©

Tutti i diritti riservati.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.



lunedì 28 settembre 2015

Il fardèllo



Un vecchio bar in riva al mare, un’orchestrina jazz che suona una vecchia canzone di Billie Holliday. Un bicchiere di whisky in mano, una sigaretta dopo l’altra e la mente che viaggia sull'onda dei ricordi. 

Ti rivedo mentre entri nel locale. Sei così bella e altèra, consapevole della tua bellezza, ti siedi al bancone, tiri fuori una sigaretta. La stringi tra le labbra marcate da un rossetto vermiglio. Aspetti.

Le fiammelle di una decina di accendini come piccole lucciole tremolanti ti danzano attorno. Tu scegli la mia e non smetti di fissarmi. Aspiri grosse volute di fumo e continui a fissarmi. Che cosa vedi in me? Il tuo sguardo penetra, cerca, rimescola, ascolta, intimidisce. Azzardo una frase, ma mi zittisci. «Le parole possono rovinare questo momento. »

Vuoi che ti conosca attraverso quei meravigliosi occhi verdi che riflettono la bellezza delle praterie d'Irlanda. Ingresso della tua anima dove io passeggio tra le lapidi dei sogni infranti, delle false speranze di calcare palcoscenici patinati, da stella del jazz e falsi amori: piccoli tasselli di pietra della delusione. Qualcuno ha spento quella voce, rubando la tua ingenuità, incanalandoti nell’oscuro vortice del compromesso. Trascini le tue serate da un locale all'altro, cantando per abitudine, ingollando gin. Scruti volti nascosti dalla penombra fumosa, cerchi un segno che ponga fine alla disperata ricerca di un amore. È l’unica speranza che ancora alberga nel tuo cuore malato. Cerchi un uomo che riconosca cosa si nasconde dietro quel viso troppo truccato, maschera indossata per poter continuare a vivere.

Usciamo dal locale, la brezza marina rinfresca la notte. Ti stringi a me ubriaca di tristezza, come se fossi l'unico uomo rimasto sulla terra. Mestamente mi chiedi se voglio compagnia.  Io non ho la forza di afferrare un pezzetto della tua anima e trasformarlo in pietra. Non rispondo. I tuoi occhi s'illuminano; speri che io sia l'amore che cercavi, dopo averlo tanto agognato. Ti accompagno a casa e non so cogliere il momento. Davanti al portone ti volti e con un vezzo delicato: alzi il braccio, salutandomi. Scompari, inghiottita dal buio di quel vecchio palazzo. In quel gesto ho rivisto la tua ingenuità perduta e comprendo il carico di pregiudizi che mi porto dietro, non mi ha permesso di andare oltre. Il mio è un fardello più grande del tuo.

Sono tornato spesso in quel bar, pentito perché mi era mancato il coraggio. Avevo la vana speranza di incontrarti per chiederti perdono.  Tu non c'eri. 

Tu il mio splendido usignolo dalla voce roca... avrai finalmente trovato pace?

Non lo saprò mai!




Alessandro Lemucchi ©

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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.
foto: dipinto Fabian Perez


sabato 19 settembre 2015

Uno stralcio dal mio romanzo inedito Lusinda



Il protagonista incontra Roberta e s'innamora. Sarà poi vero?

Un pomeriggio, mentre prendevamo un aperitivo, il discorso cadde su di noi e anche se, io ero poco propenso a lasciarmi andare, perché bloccato dalla corazza di cinismo che mi ero costruito negli anni e che mi teneva al riparo da qualsiasi coinvolgimento amoroso, sentivo di potermi fidare. Lei era diversa da tutte le donne che avevo conosciuto: la sua dolcezza, il suo modo semplice di vedere le cose e le piccole attenzioni che mi riservava, stavano iniziando a fare breccia nel mio cuore. Era tutto così delizioso e spontaneo perché veniva direttamente dal profondo.

In me si stava verificando un cambiamento. Una situazione su cui non avevo alcun controllo razionale, si andava tracciando. Ero spaventato.

Una sera appena usciti dal ristorante, sotto una luna complice, scorsi nei suoi occhi una luce nuova. Nel suo sguardo vedevo un nuovo sentimento: l’amore. Capii che non le bastava più l’amicizia... voleva qualcosa in più. Se ne stava lì silenziosa con la sua mano teneramente stretta alla mia. Attendeva un cenno, una parola, sembrava quasi implorare. Le sue difese erano abbassate; coraggiosamente si era esposta, le parole non servivano, la dolcezza che aveva negli occhi parlava per lei.

Desideravo baciarla. Questo desiderio non era unico di quella sera; dentro di me era cambiato qualcosa. La volevo.
Sentivo che senza di lei, nulla sarebbe stato più lo stesso.

Il lavoro insieme era quasi terminato, volevo dichiararmi già da qualche tempo, ma avevo paura. Paura di perderla a causa del mio passato; non vedevo alcuna soluzione. Se non le dicevo nulla, lo avrebbe potuto scoprire in seguito e sicuramente mi avrebbe lasciato, perché le avevo mentito. Altrimenti le potevo confessare tutto subito, con il dubbio che, anche in quel caso, avrebbe potuto abbandonarmi. Scelsi comunque la seconda soluzione, anche se traumatica, ma la meno dolorosa in caso di un suo rifiuto, poiché la nostra non era ancora una relazione. Il motivo per cui andavo contro a tutto ciò in cui credevo, era perché non volevo ferirla.

La feci sedere su una panchina, le presi le mani chiudendole tra le mie e iniziai a parlare. Dapprima con esitazione poi timore, ma quella dolcezza che avevo visto nei suoi occhi m’infondeva coraggio.

Le parole uscivano facilmente dalla mia bocca, e a ogni cosa che raccontavo mi sentivo più leggero, come se mi fossi tolto un peso che opprimeva l’anima. Mi sentivo capace di amarla senza riserve. La paura del rifiuto era ancora forte, finii il discorso con un sospiro liberatorio.

Ci fu un attimo di silenzio che mi sembrò interminabile... il mio cuore stava per scoppiare.

Ora ero io che la supplicavo con gli occhi e lei, come al solito, mi stupì. Prese il mio viso tra le mani e, dolcemente, poggiò le sue labbra sulle mie. Spinto dal bisogno di scaricare la tensione accumulata, ricambiai il bacio con foga. Era questo l’amore?


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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.

lunedì 17 agosto 2015

Il foglio


La pagina bianca. Incubo di ogni scrittore; la guardi come se fosse un mostro capace di risucchiarti, in uno spazio asettico, pronto a sterilizzare la creatività. Spaventato perché la mente è vuota, come quel foglio di carta. Cerchi un’ispirazione, ed ecco che dal profondo qualcosa sale. L’attenzione è catturata da una parola, sentita distrattamente qualche tempo prima; come una bottiglia in balia delle onde approda sulla spiaggia della memoria. Nella mente riaffiorano emozioni, sensazioni, legate a un ricordo e l’immaginazione prende il volo. Afferri pensieri che si rincorrono in un vortice, idee appena abbozzate e la paura di non riuscire a  fermali, trattenerli.  Un impercettibile graffiare, il braccio si muove a estensione della mente e la magia si compie. Il pennino crea piccoli segni sulla pagina bianca, vergine. Un’emozione ispira una poesia; un’idea un racconto. Tutto condito da un pizzico di follia... perché se non si ha una lieve vena di pazzia non si riesce a scrivere.


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martedì 17 marzo 2015

Vorrei essere

Un tocco vellutato
ha sfiorato il cuore.
Parole dolci sussurrate
brezza calda riscalda l’anima.
Anima a lungo rinchiusa
nella fortezza della ragione
baluardo contro la sofferenza.
Stella lucente ella appare
nell'oceano dell’amore.
Emozioni sopite risveglia.
Conquista la mente
ruba il cuore.
Parole non dette
paura di svegliarmi
dal sogno meraviglioso.
Paura
impedisce al cuore
di lasciarsi andare.
Orizzonti di prati fioriti
di sogni ha aperto.
L’anima libera corre loro incontro.
Vorrei essere vento caldo di primavera
che la carezza.
Vorrei essere profumo
perché m’inali
e mi faccia suo.
Vorrei essere eco
per ripetere
il suo nome all'infinito.
Vorrei essere l’universo
e stringerla nel caldo
abbraccio delle stelle.
Vorrei essere Amore
e donarmi a lei.
Vorrei essere...

Alessandro Lemucchi ©
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.

Nota dell'autore: Nella poesia si libera il grido d'aiuto che ho lanciato all'universo. Avevo un disperato bisogno d'amore e, inconsciamente, nei versi esprimevo come avrei amato la mia donna. Il miracolo è avvenuto... l'universo ha accolto e realizzato il mio sogno. Quando si desidera l'amore, questo arriva... basta lasciare aperta la porta del cuore.

sabato 14 febbraio 2015

L' Amore è...

Amore è fantasia e passione

Amore è seguire il volo di una farfalla,
con gli occhi di un bambino
Amore è lanciarsi con il paracadute
sicuro di planare tra le braccia di chi ti ama
Amore è una corsa contro il tempo
vivendo ogni attimo al massimo
Amore è immergersi completamente nella passione,
lasciando che sia essa a guidarti
Amore è un uragano di emozioni
che impazzano nella mente
Amore è perdersi nello sguardo della compagna
Amore è lasciarsi andare senza remore
Amore è guardare sempre colei che ti sta vicino
come se fosse la prima volta
amore è il fuoco che brucia nelle vene
Amore è il limite che l'infinito non oltrepassa

Nota dell'autore: Ogni giorno deve essere un San Valentino...


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giovedì 12 febbraio 2015

Vita spezzata

Non c’è amore nei suoi occhi
troppe sere sprecate
lungo una strada
che non porta in nessun posto.
Il freddo della notte
non la tocca
il suo cuore è gelido
senza emozioni.
Troppo presto è divenuta donna
nel modo più atroce e disumano.
Al posto  di carezze
calci e pugni.
Notte dopo notte concede
un pezzo della sua anima.
Scambiato per un effimero
breve viaggio nell'oblio.
Alla fine si ritrova
sempre su quella strada
in cerca di un altro uomo
che le deturpa l’anima.
Non piange
non impreca
è solo morta dentro.

Nota dell'autore:
Ho esplorato il dolore sulla mia pelle ed è per questo che riesco a calarmi in quello che attanaglia il mondo.

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domenica 8 febbraio 2015

Prima volta di un adolescente (Viaggi nell'immaginario)


In una delle mie passeggiate serali, sono arrivato al Pincio, cercando ristoro nella fresca brezza del ponentino. Dopo una giornata afosa, mi siedo come al solito su una panchina, e guardo intorno. La mia attenzione è catturata da una coppia di ragazzi appoggiati alla balaustra di marmo. Si scambiano effusioni d’amore, contornati dal bellissimo tramonto di Roma, meravigliosa nella luce velata della sera. Chissà quale sarà la loro storia?

Li osservo e la mia mente torna indietro negli anni: c’ero io al posto dei ragazzi e lei si chiamava Sonia. Aveva un po’ di anni più di me; io avevo appena diciotto anni e quella con lei è stata la mia prima vera storia d'amore.

Era molto bella la mia donna, con la presunzione della gioventù la chiamavo così. Aveva i capelli rossi, gli occhi verdi ed era dolcissima con i suoi vezzi. L’amavo di un amore incondizionato e, ahimè, possessivo; ricordo che quando non ero in sua compagnia, mi sentivo incompleto. È stata lei a insegnarmi cosa vuol dire amare. A quei tempi ero timido, le ragazze della mia età neanche mi vedevano; impacciato e goffo com’ero. Poi... d’improvviso, come un sogno che si avvera: ecco lei, la luce dei miei occhi, ed io mi ritrovo in una tempesta ormonale e allo stesso tempo tutti i tormenti adolescenziali si placano.

La conobbi in ospedale; era la mia fisioterapista. Un ginocchio rotto mi aveva costretto a letto per parecchio tempo. Era dolce e adorabile. Nelle nostre sedute giornaliere parlavamo di tutto, ed io dimenticavo il dolore. Si confidava con me raccontandomi le sue delusioni d’amore; anch’io le raccontavo delle mie tristezze, degli amori non corrisposti. E lei si domandava il perché non avessi una ragazza, visto che ero un bel ragazzo.  Lei aveva capito la mia indole romantica e che mi sentivo un po’ anacronistico per quei tempi con il modo peculiare di concepire l’amore. Io leggevo i classici del romanticismo da Byron a Prevert, che maggior parte dei miei coetanei odiava. Tuttavia a me piaceva sognare ed ero sempre con la testa fra le nuvole. Quello che io vedevo come un difetto lei lo considerava un pregio. Mi reputava più maturo rispetto alla mia età anagrafica, cosa che mi innalzò al settimo cielo,  perché finalmente avevo trovato qualcuno che mi comprendesse, capace di guardare oltre, sino al punto di carpire il mio “Io”. Me ne innamorai, nonostante temessi che,non avrebbe corrisposto il mio amore, malgrado la considerassi diversa dalle altre donne. Ricordo con tenerezza, il nostro primo bacio... è ancora stampato nella mia mente. Impaurito per un suo rifiuto, avvicinai la mia bocca alla sua, mentre l'adrenalina saliva, trafiggendomi il cuore. Lei ricambiò, e da quell'istante non ci lasciammo più. Abbandonai la mia casa, dove vivevo con i genitori, trasferendomi nel suo appartamento. Il tempo passava e noi eravamo innamorati come il primo giorno.

Una mia folle idea rovinò tutto: le chiesi di sposarmi. Come se il matrimonio fosse più importante nella nostra storia... ma non era così. L’importante eravamo noi con quello che vivevamo giorno per giorno: il nostro amore. Io la volevo legare... ma non si può legare il vento. Ecco cos’era lei: una ventata di puro amore donatomi senza condizionamenti. Tentai di rimediare alla mia avventatezza, in tutti i modi. Ma ormai qualcosa si era incrinato; lei non sopportava di essere stata la causa della rottura tra me e miei.  Si poneva delle domande in risposta ai suoi sensi di colpa. Un giorno, una lettera sul tavolo pose fine alla storia. La logica e la razionalità avevano preso il sopravvento in lei e con meticolosità me ne spiegava i motivi; per noi due non ci sarebbe stato futuro. Dieci anni di differenza erano tanti per lei, con l’avanzamento del tempo verso la maturità ne avremmo avuto la conferma. Adesso mi piace pensare, che quella fu una decisione combattuta. Leggere quelle parole su un semplice foglio di carta, fu un colpo per me. Era stato l’anno più bello della mia giovane età, ma come tutte le cose belle, non esisteva più. Non la cercai e la odiai per molto tempo. Il mio cuore era in mille pezzi; impiegai molto tempo per racimolarli tutti. Il tempo correva e, sembrerà strano, piano piano l'odio si trasformò nuovamente in amore. Era particolare: un misto di gratitudine e amore per un ricordo. È stata lei a farmi diventare l'uomo, che sono oggi, tirando fuori la mia sensibilità senza provare vergogna. Insegnandomi l’arte dell’amore. La donna è una splendida creatura; capace di forgiare il carattere di un giovane uomo. Io mi sono innamorato, sposato e infine separato: ho due figli meravigliosi di cui ne sono orgoglioso. Ho combattuto per il mio rapporto, ma in ultimo ho saputo lasciare andare, tenendomi solo i ricordi. Se non avessi conosciuto Sonia, adesso sarei un uomo pieno di odio e rancore; oltre a conoscere l’amore, con lei mi ho imparato a viverlo, esternandolo privo di  remore e condizionamenti. Perché un amore, anche se termina, lascia un’impronta nel cuore... e se guardo bene, mi ha regalato la gioia di vivere. Sono trascorsi quarant’anni... e non mi ha mai lasciato il pensiero che Sonia sia stata la persona più importante della mia vita.



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domenica 1 febbraio 2015

Un sogno in sospeso

Un sogno in sospeso, una donna, un ricordo. Nella mia vita ho sempre fatto l'assistente. I miei datori di lavoro erano quasi sempre architetti; il mio lavoro consisteva nel dare vita al loro estro, realizzando i loro progetti. Ho accennato di un donna! Sì una donna magnifica, valente professionista. Bella, capelli neri lisci, occhi che ricordavano il mare. Aveva la mia stessa età; scherzando mi chiamava il suo geometra personale. Ricordo, sentendone ancor oggi l’emozione, tutte le ore passate insieme, a lavorare a fianco a fianco. L’intesa era fantastica, riuscivo a intuire le sue idee e a dargli vita ancor prima che lei esponesse. Aveva un entusiasmo contagioso; le nostre giornate di lavoro si allungarono e oltre alle idee, sentivo i suoi malesseri. Sapevo da dove scaturivano. Era nata in una famiglia agiata, e anche se sembrerà un discorso di altri tempi; aveva sposato un uomo impostole dal padre. Molto più grande di lei, era geloso e non sopportava la sua indipendenza. Lei era uno spirito libero, e la sua condizione di prigionia la faceva star male. Non era libera di esprimersi come avrebbe voluto. Pian piano il nostro rapporto cambiò. Una sera mentre eravamo intenti a progettare un giardino, fu talmente entusiasta di una mia idea, che presa dalla foga mi baciò sulla bocca. I minuti che seguirono furono interminabili, ci guardavamo leggendoci nell'anima. Il sentimento prorompente che era nato traspariva dai nostri occhi. Nei giorni seguenti non ci parlammo. Io avevo paura che nel dire qualcosa tutto sarebbe svanito in una bolla di sapone. Passarono settimane, sentivo che era combattuta anch'io lo ero. Una sera mi chiese di accompagnarla a un evento mondano; era felice di avermi al suo fianco, una luce nei suoi occhi, mi disse che quella sera sarebbe stata speciale. Alla fine della serata mi portò a casa sua, il marito era all'estero, il nostro amore a lungo represso prese una vita propria. Avevo la sensazione di conoscere il suo corpo da sempre. Libera dai sensi di colpa, gemeva a ogni mio tocco. Viveva l'amore come doveva essere vissuto, in piena libertà e non per dovere. Le nostre bocche si cercarono, unendosi in un bacio liberatorio, intenso. In quell'attimo l'amore raggiunse l'estasi. Ho parlato di rimpianto perché, dopo alcuni mesi, libera dal marito, il lavoro la portò a stabilirsi all'estero. Lei pianse, si disperò, quando alla sua richiesta di seguirla, dissi di no. Avevo un bambino che amavo. Non potevo abbandonarlo. Ancor oggi, mi domando come sarebbe finita la nostra storia... questo è il mio rimpianto. 


(Viaggi nell'immaginario) 

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Pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.

venerdì 30 gennaio 2015

Fiore rosso

Ama coltiva l’Amore
fiore rosso
vive nelle intricate foreste
delle emozioni.
Senza essere triste
per i suoi silenzi
valgono più di mille parole
narrano le inquietudini dell’animo
ascoltale vivile
riuscirai a comprendere
a fondo il tuo essere.
L’amore energia vitale
irrompe lungo la strada
dell’esistenza
travolge incertezze e timori.
Il ritmico palpito nel petto
melodia universale
colonna sonora della passione.
Nulla più avrà importanza
solo tu e lei
anime erranti
al fin si son trovate.
Il cerchio della vita è chiuso
un altro tassello è al suo posto
il motore che governa l’universo
nuova linfa trova
dall’unione generata
dall’Amore.



Alessandro Lemucchi ©
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.

Pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modif



giovedì 29 gennaio 2015

E alla fine


E alla fine
resterà solo un’ombra
che svanirà
al calar del sole.
E nel baratro dell’oblio
cadranno
i pensieri
le aspirazioni
le passioni
i sogni
di quello
che era un uomo.
Il silenzio calerà.
E dell’ombra rimarrà
solo un flebile eco
nascosto tra le pieghe
del tempo.

Scritta il 10 novembre 2013 

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mercoledì 28 gennaio 2015

E il sole sorge ancora

Poesie d’amore
rimaste incompiute
solo pensieri tetri
un cuore ferito
gronda fiotti di dolore
singhiozzi dell’anima
invischiata nella melma
dell’amarezza.
Lacrime represse
perché la mente impone.
Solo le ombre della notte
vedono l’uomo piangere
inesorabilmente
lunghe silenziose
trascorrono le ore
tra il fumo di una sigaretta
e una domanda
che non avrà mai risposta.
Perché.
L’alba si appresta,
il gorgheggio di un merlo
chiama la sua compagna.
L’uomo ascolta mestamente
il richiamo di vita
mentre il sole sorge ancora.



Data: 3 Novembre 2013

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lunedì 26 gennaio 2015

Segreti

Il sole bacia la tua pelle; amante fortunato lui. Nascosto, dietro la finestra della mia camera, ti spio. I miei sedici anni non mi permettono di avvicinarti come vorrei. Il cuore mi si stringe e, al contempo, il mio corpo vibra, ogni volta che mi fai una carezza. So, non è altro che una carezza, materna; ma quel tocco risveglia pulsioni sconosciute: perché sono un ragazzo? L'estate è appena iniziata e per me sarà un tormento, mentre sembra che ti diverta. Ogni volta che mi sfiori, un brivido sale su per la schiena. E, come un fuoco, esplode nella testa. I tuoi vestiti anni sessanta, svolazzanti a ogni alito di vento; lasciano tutto all'immaginazione...eccitano i miei sensi. Il bagno è diventato il mio rifugio, lì la fantasia per qualche minuto diventa reale. Sono sempre attento ai tuoi desideri; il rossore e le risposte smozzicate tradiscono i miei sentimenti. I tuoi occhi mi scrutano dentro, sono belli da togliere il fiato. Il cielo si è trasferito in essi, mi guardi, e sorridi lusingata. Hai capito. Imbarazzato, corro a chiedermi nella mia stanza, solo, con la mia vergogna. Hai un animo gentile e sali per consolarmi; ti siedi ai piedi del letto; sorridendo mi fai una carezza. Prendo la mano e la trattengo sul viso, vorrei che durasse all'infinito. Ti avvicini e inizi a spogliarmi: mi vergogno del mio corpo, è magro. Ma tu non ci fai caso, sorvoli; prendi la mia mano e la poggi sul seno. Non ho mai visto una donna completamente nuda; con foga, inizio a sbottonare il vestito. Mi fermi, vuoi che tutto sia fatto con dolcezza; l'eccitazione cresce man mano che il vestito scende. Ti guardo in adorazione, come fossi una Dea; sei qui, davanti a me, completamente nuda. Non so cosa fare; intuisci che è la mia prima volta; mi carezzi. Io non resisto, vorrei tutto e subito. Abbozzo un goffo approccio, ma il tuo dito sulle mie labbra mi fa capire di aspettare. Prendi la mia testa e l'affondi sul seno; brucio di passione, continui la tua lezione. Mi fai toccare tutti i punti più sensibili; finché non mi porti alla fonte del piacere. Io sto per esplodere, non resisto, ma tu conosci come prolungare il mio piacere. Gesti rallentati fino all'esasperazione; mi guidi passo, passo. Scopro il tuo piccolo fiore, dolce è il suo nettare, bevo ingordo; conduci il gioco. Un ritmo che alla fine trova la nota più alta....infine, esausti e sudati, rimaniamo sul letto, in silenzio. Le parole sono superflue. Gli occhi parlano per noi; una marea di emozioni mi assale. Amore... perché sei la mia prima volta; gratitudine... per non avermi trattato come un bambino. Paura...perché adesso mi abbandonerai. So' che sarà solo una volta, un'unica, indimenticabile volta. Ma non importa, mi hai fatto un regalo. Ti guardo mentre ti vesti: movimenti lenti, sensuali, un'immagine che resterà indelebile nella memoria. Mi regali un bacio. Uscendo ti volti, maliziosamente poni un dito sulle mie labbra: si, questo sarà per sempre il nostro segreto

(Viaggi nell'immaginario)


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Un bacio nel sole

Nell'attimo in cui ti ho baciato
il sole ha voluto inondarmi di raggi
quasi a sancire l’importanza
che quel momento
ha avuto per l’universo.
Piccole spade scintillanti
squarciano l’oscurità
inondandola di luce cristallina.
Voglio da te mille baci,
ogni giorno nel tempo che scorre
affinché dissetino il bisogno d’amore
da sempre mancato.
Illuminando la mia vita
lame di luce
attraversano l’anima
esse ne catturano l’essenza
riversandola verso il tuo spirito
e tornano da me plasmate dalla passione
ineguagliabile e indissolubile
che ci unisce.
L’anima è riunita
una barca che ha lottato
contro i marosi avversi  del fato
finalmente trova la pace
in vista dell’orizzonte tranquillo
a lungo sognato
inseguito
e ora trovato.


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È lei che ha portato un raggio di sole nella mia vita... cancellando tutte le nubi che adombravano il mio animo.

OLTRE TU... DI DANIELE BALZANO E MONICA PASERO




Bellissima oltre ad ascoltare è bello riflettere sul messaggio che da...bravissimi Monica e Daniele

martedì 20 gennaio 2015

Donna

Donna
amo il tuo essere.
Prediletta figlia di Eros
un tuo sguardo
e nelle lande desolate
del cuore in solitudine inaridito
arde nuova fiamma di vita.
Forza primordiale nell'essenza
il figlio di Venere a te donò
Amore
riscaldi l’anima consoli l’uomo
nella sua fragile insicurezza
caparbia
indomita
superi avversità e cadute
sempre fiera il capo
non pieghi alla sorte.
Desiderio infinito dell’averti accanto
prode guerriera
sorreggi lo spirito
nella quotidiana lotta
alla solitudine
compagna di vita
pian piano
pezzo dopo pezzo sta
mangiando l'anima.
Onirica visione arrivi sempre
prima dell'alba
nell'impellente bisogno
due realtà si confondono
due eterni amanti si bramano
si rincorrono
come giorno e notte
come Sole e Luna
condannati ad incontrarsi
solo per un attimo
attimo fuggevole
racchiude
il segreto della creazione.
Odio per essere
spirito ridotto ad amare un sogno


Alessandro Lemucchi ©
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