La pagina bianca. Incubo di ogni scrittore; la guardi
come se fosse un mostro capace di risucchiarti, in uno spazio asettico, pronto
a sterilizzare la creatività. Spaventato perché la mente è vuota, come quel
foglio di carta. Cerchi un’ispirazione, ed ecco che dal profondo qualcosa sale.
L’attenzione è catturata da una parola, sentita distrattamente qualche tempo
prima; come una bottiglia in balia delle onde approda sulla spiaggia della
memoria. Nella mente riaffiorano emozioni, sensazioni, legate a un ricordo e
l’immaginazione prende il volo. Afferri pensieri che si rincorrono in un
vortice, idee appena abbozzate e la paura di non riuscire a fermali,
trattenerli. Un impercettibile graffiare, il braccio si muove a
estensione della mente e la magia si compie. Il pennino crea piccoli segni sulla
pagina bianca, vergine. Un’emozione ispira una poesia; un’idea un racconto.
Tutto condito da un pizzico di follia... perché se non si ha una lieve vena di
pazzia non si riesce a scrivere.