domenica 31 luglio 2016

Libertà


Questo post darà fastidio a tanti, che mi rimprovereranno di aver escluso gli attacchi terroristi nei paesi musulmani. Francamente io dico che chi non combatte per la libertà di esprimersi senza costrizioni, e scappa dal proprio paese, non va commiserato né compatito.

Libertà.

Iniziare un discorso sulla tematica che raccoglie in se questa parola è arduo. Ho scelto tre frasi che secondo me ne racchiudono la vera essenza, per introdurre un altro discorso che, per mia modesta opinione, è ben più importante. Parla della libertà di pensiero e del modo violento con cui alcuni la vogliono reprimere, uniformando le menti all’indottrinamento.

Voltaire diceva: “Essere veramente liberi è potere. Quando posso fare ciò che voglio, ecco la libertà. Un uomo è libero nel momento in cui desidera di esserlo”.

Continuando con Oscar Wilde: “ Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri”.

E finisco con Theodor Adorno: “ La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta”.

In Occidente per ottenere la libertà è stato versato tanto sangue, questo sangue è l’inchiostro con cui sono scritte le costituzioni di molti stati. In questo particolare momento storico, la nostra manifestazione del libero pensiero si ritrova a lottare con un oscurantismo retrogrado, basato su testi vecchi di millenni. La nostra civiltà si è data regole di convivenza pacifica, di rispetto della libertà individuale e collettiva. In questo contesto gli atti dell’individuo non possono essere determinati da forze soprannaturali. L’uomo attua le sue scelte nel libero arbitrio, secondo coscienza. La ragione e la libertà di pensiero dominano l’attuazione delle scelte di vita, sia nel bene sia nel male, assumendone le responsabilità derivanti. Voltaire disse: “La mia liberta finisce, dove inizia la vostra”. Ora seguendo le varie trasmissioni di questi giorni sulle stragi che hanno colpito la Francia e la Germania: mi sorge una domanda.

Prima di continuare voglio fare una premessa: non ho un credo religioso, ne sono ateo. Questo non vuol dire che non mi sia mai posto domande, e da queste sono arrivato ad una conclusione mia personale, nella quale dico che “L’universo è pensiero che discerne sul tutto”. Ed ora ecco la domanda: che cos’è la religione?

Quello che dirò potrà dare fastidio, ma è una mia libertà quella di esprimere il mio pensiero,derivato da una mia lettura intrapresa negli anni sulla storia delle società che mi circondano. Sembrerà semplicistica e per alcuni anche banale e lapidaria, ma non importa perché questa è la mia opinione in osservanza alla manifestazione del libero pensiero.

Risposta: “La religione è coercizione mentale per le masse”, al fine di detenere controllo e potere. È una frase forte, lo so, ma la religione è un attentato alla mia libertà (per la quale i miei padri hanno combattuto nei secoli, e ritengo padri tutti quelli che sono morti per la libertà di pensiero). Un uomo non può vivere con la paura della morte. La religione ti da direttive in funzione di essa. Ora voglio fare un passo indietro nei secoli. La prima religione che si arrogava il diritto di essere solo lei la custode del credo, unica depositaria delle risposte che l’uomo cercava da sempre, è stata quella ebraica. L’avvento del cristianesimo portò alla distruzione di un impero e impose le regole per essere un buon credente. Esse furono decise dagli uomini che a quel tempo governavano ciò che rimaneva dell’Impero Romano, nel primo concilio ecumenico. Era presieduto da Costantino I e fu tenuto a Nicea nel 325 d.c. Qui si decisero quali fossero i vangeli veri, che dovevano essere adottati, ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Non voglio dilungarmi su questo, perché è ovvio che i convenuti facessero di tutto per costruire la nuova casta di sacerdoti dominanti. Questo portò la società occidentale a regredire. Furono anni bui fino al 1500, poi con tanto sangue versato degli studiosi illuminati da parte della santa inquisizione, e le varie persecuzioni perpetrate nei confronti di chi interpretava le scritture in modo diverso da quello canonico, bruciati sul rogo per eresia. Arriviamo così ai giorni in cui c’è un’apertura alla convivenza dei due credi, senza interferenze ne da l’una, ne dall’altra parte, effettuate da leader che hanno capito che il mondo stava cambiando.

Ora vi presento l’ultima religione, quella fondata dal profeta Maometto. Egli iniziò la sua predicazione prendendo spunti dalla religione ebraica e cristiana. All’inizio alla Mecca non fu accettata e lui, che non aveva nessuna preparazione filosofica o teologica, si insediò a Medina. Qui la sua predicazione fu presentata come un dono dell’Altissimo. Questa sua concezione, basata su letture superficiali dei testi delle altre due religioni, gli diede la facoltà di racchiudere nelle sue mani un potere assoluto: religioso, militare, politico e giudiziario. Egli presentava il suo governo terreno come il volere di Allah, un concetto essenziale per l’Islam che rifiuta lo stato laico. Il progetto militare di riunire le tribù che abitavano le città vicine, sotto l’unica bandiera dell’Islam, all’inizio fallì e Maometto ne attribuì la colpa alle tribù ebraiche di Medina che distrusse sistematicamente. (623 - 625) Questo lo rafforzò. In poche parole si comportò come un tipico sovrano orientale che invece di attribuirsi origini divine, si attribuì una missione divina (ancora peggio). Nel 630 d.c. impose il nuovo Islam alla Mecca, in breve tutte le tribù d’Arabia furono riunite e in meno di un secolo, (approfittando della debolezza dell’impero romano d’oriente e dei persiani sempre in guerra tra loro), conquistarono un impero che andava dall’India alla Spagna, tutto nel nome di Allah.

Questa disquisizione sulle religioni serve per affrontare la mia opinione finale su quanto sta succedendo nel mondo. Tutti questi attacchi alla nostra libertà, compiuti da immigrati di seconda generazione, montati da fanatici integralisti, fa parte di un piano più ampio, atto a destabilizzare il modo di vivere delle nazioni europee. Gli innumerevoli sbarchi di profughi sono una minaccia, perché porteranno la nostra società al collasso. La mancata integrazione di coloro che vengono da noi in fuga dalla guerra, il voler mantenere a tutti i costi le loro tradizioni, (ritenendosi anche offesi dalle nostre) non permetterà mai una società multiculturale, pacifica. Le differenze culturali sono enormi e voglio dire agli antipodi: io non sono un sociologo, e per spiegare come la penso voglio rifarmi alla natura. Quando in un ecosistema viene immesso un elemento estraneo, provoca gravi perturbazioni. Rompe la fitta rete di equilibri ed interazioni dei componenti autoctoni, entrando in competizione. Questo per dire (e ora parlo dell’Italia) che in un paese già in crisi per la mancanza di lavoro, dove Quattro milioni e 598mila persone vivono in povertà, il delicatissimo equilibrio viene rotto all’istante. Quale la conclusione più logica a questo? Io penso che si scatenerà una guerra tra poveri, con gravissime conseguenze.  Voglio dire una cosa ai miei compatrioti e a coloro che ci governano che del buonismo e della tolleranza ne hanno fatto bandiera, di rinsavire e di vedere la situazione reale. Noi italiani siamo giudicati come un branco di pecore, e dobbiamo essere comandati perché stupidi, ma la pecora è paziente ed ha un difetto: se morde non lascia la presa, devi ucciderla per liberartene. L’unione europea ci ha lasciato soli a fronteggiare questa emergenza e, dato che noi siamo il confine Sud,  tutti i migranti  raccolti in mare, anche da navi straniere, dove vengono scaricati? In Italia, “Refugium Peccatorum”. Basta, è diventato un vero e proprio affare per alcune cooperative, associazioni no profit, e tanta altra gente che non lo fa per umanità, ma solo a scopo di lucro. Basta, con quei politici che dicono che i migranti sono una risorsa. I migranti sono un peso per il nostro tessuto sociale. Qualcuno ora dirà che sto delirando, che sono un razzista, sull’onda di tutti e di questo buonismo alla Charles Dickens. L’integrazione non ci sarà mai, con coloro che basano la loro vita su un libro che al suo interno racchiude messaggi di violenza e di sottomissione al credo, anche con la forza. Gli Italiani sono diventati persone di serie B perché qualche imbecille ha deciso così. Noi siamo governati da gente senza cultura, che sbandiera frasi fatte, raccolte qui e la. Un popolo fiero, come il nostro, oggi è diventato l’ultima ruota del carrozzone europeo; tanto alle nazioni dell’unione cosa frega? Non sono loro in prima linea. Gente che regala miliardi alla Turchia, paese che riconosce il tribunale dell’Aja a fasi alterne. E noi per aver espulso tre tunisini, non aventi diritto, siamo stati condannati a risarcirli per aver violato i loro diritti umani. Nessuno ha il coraggio di dire che siamo in piena terza guerra mondiale non dichiarata, combattuta con mezzi non convenzionali da gruppi integralisti, foraggiati dalle nazioni Arabe, i cui governati sono più viscidi dei serpenti (chiedo scusa ai serpenti creature stupende), che con salamelecchi e inchini vari pugnalano l’occidente alle spalle. Qui mi fermo, ci sarebbe ancora tanto da scrivere. Chiudo con la frese di Voltaire e il motto del grande presidente: Pertini.

“La mia libertà finisce, dove inizia la vostra”.

“Viva l’Italia, Viva la Repubblica”.

Ed io vorrei aggiungere “Ricordiamo da dove nasce l’Italia”

La foto che ho messo dichiara in modo esplicito a cosa andrà incontro la civiltà occidentale se non apre gli occhi.

Alessandro Lemucchi ©

giovedì 21 luglio 2016

Lusinda e il riscatto di Seth