sabato 29 marzo 2014

E' dunque questa la morte

Le tempie incanutite
nel silenzio la folta chioma
ha solo bianche striature ingiallite
incatenate a un esistenza monocroma
fremono le membra indebolite.
Giorni immutabili
il tempo scorre tiranno
affossa speranze defili
di sogni che sole  non avranno.
Un pensier m’assale
ribelle e scalpitante
avanza irrazionale
luce accecante
della memoria antica s’avvale.
È questa dunque la morte
per quanto si cerchi con insistenza
è sempre Lei a decidere la sorte.
Arcano il suo disegno
disseminato di sentieri contorti
a cui senza capir non mi rassegno
i suoi insegnamenti voglio assorti
per trarre risposte cui abbisogno.
Tre volte ha rimandato
il fatale incontro
a dubbio atroce fui condannato
della solitudine ho fatto antro.
A scontar di vite passate le malefatte
vuole ancor su questa terra io sia
all'alma
 l’immonde azioni detratte
al fin dell’universo comprender poesia.

Alessandro Lemucchi ©
Tutti i diritti riservati

Pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.

1 commento:

  1. " La morte si manifesta nelle desolazioni della vita stessa, deturpata dai frammenti dei sogni, dal fumo delle speranze, dal rimpianto della giovinezza spensierata.Con l 'illusione, esitante, che la morte sia il passo breve a nuova vita, a risposte su dubbi e ombre esistenziali. Ma il passo non avviene, facendosi dinnanzi la convinzione che la vita reale sia una punizione impostaci dalla morte. Per farci scontare ingiustizie commesse in passato". Grandi e profonde riflessioni esprime l'autore in questa poesia.Si denota una fragile sensibilità ,nell'assumersi quasi la colpevolezza per aver istigato l 'ira della morte.

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