Libero lo spirto aleggia
simil a spettator nella loggia
all’ignara mente epitaffio iscrivo.
Scellerata fu la vita
dall'altrui pensier giudicata
che dell’idea sua non avean percetto
pe la diversitade d’intelletto.
L’amor gentil egli bramava
la sorte pe deletto donna infida
al fianco pose
che nella mente e nel cor arida
sentimento falso corrispose
e nel sacro vincolo impalmava.
Falcone schiavo in gabbia
all'ordine suo confacea
preda inerme della fobia dell’ubbia.
L’essenza ribelle
al fin premea
dal giogo svelle
e l’aurea di novello ardor rilucea.
È di questa rimembranza
alle generazioni future voglio lasciare
affinché non abbiano a sopportare
pena pe l’altrui ignoranza.
Alessandro Lemucchi ©
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Opera pubblicata ai sensi
della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.
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